Paul McCartney @ Out There Tour, Arena di Verona, 25/06/2013

Paul McCartney

Attitudine e Visual: Tocca Verona la seconda tappa Europea dell’Out There Tour, un ritorno in Italia per Sir Paul McCartney che erano in tanti ad attendere. La storica Arena (con una capienza di 15.000 posti) lascia spazio ad un palco immenso ed al contempo minimalista, nel quale spiccano solo il maxischermo sullo sfondo e due colonne laterali sulle quali per tutto il tempo verranno proiettati video e riprese live. Persone in attesa già dal mattino per un evento il cui inizio reale è alle 21.30: data sold out, non vi sono posti liberi per camminare nemmeno lungo le scale che dal parterre portano alla piccionaia. Ma poco importa, davvero: l’attesa è magica e McCartney racchiude in sé molteplici significati…è storia passata, è colui che con i Beatles ha rivoluzionato il mondo della musica a partire dagli anni ’60. Ed è storia attuale poiché ad oggi è un esempio per tutti coloro che si affacciano in questo ambiente. E poi: chi non conosce almeno una canzone dei Beatles?. Entra in scena con un sorriso sincero, Paul, e da subito comincia a parlare col suo pubblico. Quattro generazioni di persone che gridano, cantano, lo ascoltano e rispondo all’unisono ad ogni sua domanda. Lui sorride ancora, sorride sempre e si diverte e con l’aiuto di qualche foglio sparso qua e là sul palco sceglie di parlare in italiano. Quando sbaglia qualche pronuncia si ferma, prende una pausa e fissando il pubblico porta la mano sinistra alla bocca e dice “Italiano…mangiare!”. A tratti non sembra di essere davanti ad un baronetto, ad un’icona mondiale: c’è davvero intesta con il pubblico, nessun atteggiamento da star.

Audio: Senza ombra di dubbio, l’acustica all’Arena di Verona è di per sé un fattore di qualità che ha sicuramente esaltato al meglio gli ecletticismi delle chitarre di McCartney e della sua band. C’è grinta e rock’n’roll e c’è voglia di stupire e dare spazio alla musica. I ritmi sono serrati e poi più calmi, cambiano i brani e naturalmente i toni: non vi sono sbavature, non vi sono errori, non vi sono imperfezioni.E’ tutto amplificato, è un’onda sonora che abbraccia l’arena e si fonde con le voci del pubblico che non smette mai di cantare e gridare.

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Setlist: C’è di tutto nelle tre ore di concerto del baronetto, dai pezzi con i Beatles a quelli della sua carriera solista. Blackbird, Lady Madonna, la travolgente Helter Skelter. Ma anche pezzi pop e leggeri quali Obladi Oblada e All together now, che assieme ad altri brani è stata suonata live in Italia per la prima volta. Bellissima l’interpretazione di And I love her, con una dedica speciale a George Harrison, e Back in the USSR con la scritta “Free Pussy Riot” sul mega schermo. Parole anche per John Lennon, momenti di commozione generale e ancora musica per l’attuale moglie, Nancy, e per quella che è stata la compagna di una vita, Linda.
Ancora scosse con Get Back, canti e cori con Hey Jude e le meravigliose Yesterday e Let it be. Il tutto condito da ironia e savoir faire.

Scaletta completa (in ordine di esecuzione):
Eight Days a Week (The Beatles)
Junior’s Farm (Wings)
All My Loving (The Beatles)
Listen to What the Man Said (Wings)
Let Me Roll It (Wings con estratto da Foxy Lady)
Paperback Writer (The Beatles)
My Valentine
Nineteen Hundred and Eighty-Five (Wings)
The Long and Winding Road (The Beatles)
Maybe I’m Amazed
I’ve Just Seen a Face (The Beatles)
We Can Work It Out (The Beatles)
Another Day
And I Love Her (The Beatles)
Blackbird (The Beatles)
Here Today
Your Mother Should Know (The Beatles)
Lady Madonna (The Beatles)
All Together Now (The Beatles)
Lovely Rita (The Beatles)
Mrs. Vandebilt (Wings)
Eleanor Rigby (The Beatles)
Being for the Benefit of Mr. Kite! (The Beatles)
Something (The Beatles)
Ob-La-Di, Ob-La-Da (The Beatles)
Band on the Run (Wings)
Back in the U.S.S.R. (The Beatles)
Let It Be (The Beatles)
Live and Let Die (Wings)
Hey Jude (The Beatles)
Day Tripper (The Beatles)
Hi, Hi, Hi (Wings)
Get Back (The Beatles)
Yesterday (The Beatles)
Helter Skelter (The Beatles)
Golden Slumbers (The Beatles)
Carry That Weight (The Beatles)
The End (The Beatles)

Momento Migliore: E’ davvero impossibile cercare di suddividere quasi tre ore di live per individuare un momento in particolare, l’attimo che spicca sopra il resto…può essere la parentesi nostalgica e romantica, con le dediche alle donne della sua vita?. O forse l’esecuzione di Hey Jude, che ha visto cantare il ritornello del celebre brano con l’Arena divisa fra cori maschili e femminili, diretti da Paul stesso?. O magari le esplosioni di Live or let die, con l’allestimento pirotecnico che ha infiammato l’atmosfera?. No, non è compito semplice, questo…e va benissimo così, perché Paul McCartney va davvero vissuto intensamente e per intero.

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Pubblico: Più generazioni presenti per questa data – evento. Dalle coppie giovani con bambini piccoli a settantenni nostalgici con le magliette dei Beatles, il pubblico di McCartney non ha età. Numerosi gli stranieri e tante le teenagers accompagnate dai genitori – “Papà, hai fatto bene a portarmi, è stato fichissimo!” è stata la frase di una ragazzina mentre abbracciava il padre che indossava – manco a dirlo – jeans strappati e la felpa dei Fab Four.

Locura: Il primo saluto di Paul al pubblico è stato un forte e sonoro “Siete tutti matti!”, una frase che ha da subito fatto capire quale sia il rapporto di affetto e complicità che lo lega ai fans. Tanti i siparietti fra un brano e l’altro, con movenze, ancheggiamenti vari ed un italiano maccheronico che lo ha reso più umano e vicino ad ognuno dei presenti. Senza dimenticare che Sir Paul McCartney, in fondo, è uno dei pochi dei viventi dell’olimpo musicale.

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Conclusioni: In un anno come il 2013, che ha già visto sparire numerose colonne portanti della storia del rock, è stato fondamentale partecipare ad un live di questa portata. A 71 anni è doveroso approfittare di ogni singola occasione concessa per poter seguire quello che è uno spettacolo a tutti gli effetti: giochi di luci e proiezioni, che non hanno minimamente sovrastato il vero protagonista della serata, il ragazzetto (ormai cresciuto) partito dalla città di Liverpool.