Democrazia in Pillole: Monsieur Voltaire – 33

PICCOLA PREMESSA:
Dopo la pausa estiva torna la rubrica Democrazia, per rispondere alle tante domande di recensione arrivate inauguriamo “Democrazia in Pillole” cioè recensioni estemporanee che però non finiscono nel classico articolone mensile con la prefazione di Giovanni Papa. Vi segnaliamo, non senza un certo orgoglio, che prossimamente ospiteremo anche alcune recensioni in pillole firmate dal cantautore e produttore Fabio Cinti.

monsieurvoltaire-33E’ un momento molto favorevole per il folk e Monsieur Voltaire, aka Marcello Rossi, ci prova sulla lunga distanza con questo album 33. E’ molto apprezzabile il fatto di essersi ispirato ad artisti seminali come Byrds, Nick Drake, Simon & Garfunkel piuttosto che aver cavalcato l’onda del new folk alla Mumford & Sons o alla Noah and the Whale, per cui durante queste otto tracce si sente forte e chiara la retrospettiva sixties. Un album molto rilassante (Ray Land potrebbe essere benissimo un brano di John Denver), con una produzione giusta, soprattutto per l’utilizzo degli strumenti di supporto come violini, banjo e chitarra dobro, ma non brillante: si limita a fare bene il suo compito ma non aggiunge personalità né ai brani né all’interpretazione, anche quella azzeccata ma non la definirei peculiare in alcun modo.

The Shine, così come gli altri brani, hanno il pregio di mettere insieme un album originario, senza tempo, il che potrebbe essere visto anche come un difetto: difficile inserirlo all’interno di un contesto odierno. Personalmente il brano che più ho apprezzato è stato Higher than the Sun, una sorpresa per me, perché non mi aspettavo venissero citate anche le influenze della musica indiana nel folk: di solito è un aspetto che quasi tutti han dimenticato, sebbene sia stato importantissimo al tempo.

In conclusione il giudizio è assolutamente positivo su questo lavoro, bisognerebbe solo lavorare di più nel sviluppare la personalità dell’artista.