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06 ottobre 2017 | the point of departure | podrc.tmstor.es | ![]() |
Dopo diverse esperienze come turnista, producer e polistrumentista – dai Muse, M83, Ladytron, Jovanotti, fino agli indelebili capitoli con i Nine Inch Nails –Alessandro Cortini ha conquistato il meritato ruolo di solista nelle vesti di studioso della tecnologia, quanto di curioso ed eterno bambino esploratore.
Una delle caratteristiche che ha sempre contraddistinto Alessandro nella composizione, è l’utilizzo del suono come mezzo per raggiungere fisicamente lo spazio concreto. I primi due album “Sonno” e “Risveglio” parlavano del presente, furono scritti durante gli intensi tour con i Nine Inch Nails, concepiti come diari di viaggio narranti tormentate notti senza sogni.
Suonati con il solo ausilio del monofonico Roland MC-202 e un semplicissimo delay, diedero vita a suggestioni di sfocata elettronica primordiale scolpita tra le radici del Kraut-Rock e le visioni di Carpenter.
Oggi, “Avanti” cambia tempo, parla del passato, svela un lato intimo di Cortini, seppur comune ad ogni essere umano. Riflette i bagliori della fragilità porosa della memoria umana, stimola la sensibilità visiva e uditiva della mente. Si può solo ricordare e lo si può fare solo andando Avanti, questo in tutta probabilità è il concetto alla base del nuovo lavoro.
Un’opera che prende vita dal ritrovamento di vecchi Super 8 di famiglia, in particolare del nonno di Alessandro. L’album è un connettore emozionale di tanti frame vocali e una macchina del tempo suonata senza sovraincisioni, sporca di errori e ombreggiature così come lo sono i ricordi nella nostra mente.
Ancora una volta è solo uno strumento a musicare l’opera: l’ EMS Synthi AKS, un sintetizzatore analogico portatile dei primi anni 70, famoso per il funzionamento a spinotti del suo sequencer – un suono a tratti riconoscibile, in quanto fu molto utilizzato da quel Brian Eno che si districava tra l’art rock e l’ambient.
Oggi Alessandro satura malinconia e dolcezza con un mezzo elettronico, un gusto armonico, crudo ma raffinato. Il suo suono è una nuova forza per la memoria, in grado di amplificare le emozioni nascoste tra i vecchi fruscii e i rumori visivi delle pellicole.
Sarebbe bello avere questo potere: dare una colonna sonora ad un nostro ricordo, mettere a fuoco ciò che è rarefatto, donando calibrata nitidezza con una manciata di stratificazioni melodiche e una semplice linea di basso.
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