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8 Settembre 2017 | Morr Music | bandcamp |
Con la fine dell’estate ci si avvia verso l’atmosfera da club, ed il difficile distacco dai festival estivi troverà sollievo solamente all’interno delle quattro mura di un locale: per chi vi scrive, il rifugio è rappresentato dal Club to Club, l’imperdibile appuntamento torinese che ogni anno si addentra in territori elettronici.
La capitale piemontese ricorda molto la Germania. Del resto, chiunque racconti l’attuale Germania musicale lo fa descrivendola come: elettronica, dura, difficile. Torino resta fredda allo stesso modo (a primo impatto), con un cuore pulsante digitale, campionato. Un’atmosfera che rimanda alla Germania di Two Windows, il nuovo album dei Lali Puna: sperimentazione, battiti, classe. Parliamo di territori bui, accompagnati da ritmi ostinati, ricorrenti, martellanti. Non esistono appigli, e neanche la voce aiuta ad orientarsi all’interno del nuovo album.
La chiacchierata uscita di Markus Acher ha lasciato sicuramente un vuoto, ma non nel tessuto compositivo, non nella voglia di rimettersi in gioco nuovamente a sette anni da O ur Inventions .
Si dice che la calma sia la virtù dei forti e la band non aveva di certo fretta. Sono perfezionisti. I Lali Puna sottraggono. Come un blues d’oltreoceano, tengono in bilico l’ascoltatore tra chitarre fantasma, beat in primissimo piano e echi da altre dimensioni.
“Byrds Flying High” ne rappresenta il manifesto: ipnotico, disturbante, ossessivo.
Two Windows è meno lirico di Faking The Books del 2004, più minimale, crudo. Tredici anni, e un mondo in perenne mutamento, vengono però ben riassunti in apertura dal pezzo omonimo, capace di catturare in pieno l’essenza di questi anni confusi.
Non basta ascoltare semplicemente l’album, è necessario predisporsi al meglio per entrare in empatia con la loro musica. Magari immaginandosi all’interno di una scena notturna di Suburra (serie tv da poco uscita su Netflix), sotto le luci metropolitane, nel traffico di semafori e lampioni delle 3 di notte: o su una vecchia fabbrica rimessa a nuovo per accogliere ibride manifestazioni artistiche contemporanee – “Come Out Your House”.
«È eccezionale lavorare con tutte le possibilità di un computer, mi piace! È fantastico che l’attrezzatura diventi sempre più piccola e che tu possa portarla ovunque desideri. […] Ma amiamo anche lavorare con i vecchi sintetizzatori, perciò cerchiamo di prendere il meglio di entrambi i mondi» dice Valerie Trebeljahr.
La voce, come spiega la cantante, è stata registrata in casa, per avere un senso profondo di intimità. C’è spazio per l’indietronica, invecchiata bene ai rimescolamenti urbani di oggi, e per una “Her Daily Black” capace di unirsi alla lisergica “The Frame” in nome della creatività.
Two Windows è un’esperienza sonora più che un album. Entra con personalità nel mainstream musicale, rimanendo unico nel suo genere, consolidando il buon nome della band tedesca.