Acquista: | Data di Uscita: | Etichetta: | Sito: | Voto: (da 1 a 5) |
2 maggio 2017 | Sound of Cobra | bandcamp |
Ci sono dei dischi che più di altri riescono in un certo senso ad aprire una parete inconscia tra l’ascoltatore e la fruizione, album in grado di svelare visioni nuove. Visions of The Age to Come, la nuova creatura degli In Zaire, tra gli esponenti di spicco del nostrano “girone infernale” dell’Italian Occult Psychedelia, attiva queste percezioni.
L’album sembra infatti evocare, a partire dall’artwork, la famosa Pietra di Bollingen di Jung, datata 1950, ma scolpita in calce psych, svelando, all’interno del suo cosmo sonoro dall’impasto “junghiano”, la mente e l’inconscio, l’esoterico e l’esotico.
Passati ormai quattro anni dal precedente White Sun Black Sun, la nuova era degli italo-berlinesi In Zaire, Claudio Rocchetti ai synth, Stefano Pilia alla chitarra, Riccardo Biondetti alla batteria e Alessandro De Zan alla voce, basso e percussioni, sa di occulto hard-rock dall’attitudine Seventies e di mistero kraut. È un’alba che, rispetto al suo predecessore, si fa più oscura avvicinandosi ad allucinazioni metal.
Libere associazioni ritmiche lambiscono la psichedelia bagnata di prog ed elettronica, facendosi ora tribali, ora rarefatte, quasi impenetrabili nei labirinti sonori impastati di trame cosmiche e monolitiche strutture space-rock. È un’Africa contaminata questa di Visions of The Age to Come, meno afro e più postmoderna. È un abisso di suoni che penetra il passato per risalire verso un ignoto futuro.
Un caleidoscopio lisergico di riff incisivi e loop decadenti, battiti motorik e rituali spaziali, distorsione e sperimentazione. È una loggia sonica, in cui Hawkwind, Neu! e Sun Ra siedono a tavolino con Can, Gong, Amon Düül II, Gang Of Four e Uriah Heep, e che modella un suono nuovo e contemporaneo, pur conservando la propria anima atavica, ricca di sfumature melodiche.
In definitiva, parliamo di un disco maturo, compatto ed egregiamente realizzato, in cui gli In Zaire celebrano enigmi antropologici e cerimoniali occulti attraverso la trascendenza dei suoni, costruendo immagini primordiali e archetipi capaci di smuovere la psiche.